Interventi contro la violenza sulle donne-legge regionale 32 del 11-11-08.Comi relatore di maggioranza. PDF Stampa E-mail

La violenza contro le donne è un fenomeno di portata mondiale, un dramma sociale dalla valenza ampia in quanto agisce in diversi contesti sociali, culturali ed economici, e riguarda qualsiasi tipo di abuso , non solo la violenza sessuale, ma anche i maltrattamenti psicologici, fisici ed economici perpetrati nei confronti delle donne, sempre più frequenti in ambito familiare.

Perché la necessità di una legge regionale? Perché occorre un progetto educativo che promuova una cultura dell’uguaglianza, del rispetto reciproco delle differenze, in quanto è dalla lotta che nasce la tutela dei diritti, è dalla discriminazione che nasce ogni forma di violenza.
Questa legge serve a consentire alla Regione, in un quadro normativo ben chiaro, di svolgere bene la sua funzione di prevenzione, inclusione e integrazione di tutti coloro che hanno subìto una qualsiasi forma di violenza.
Fino ad oggi abbiamo avuto una tutela e una sanzione nei confronti degli atti di violenza ma non nei confronti di tutti quegli atti che spesso precedono la violenza. Mi riferisco in particolare al reato di stalking, un reato che nel gergo comune allude al controllo, all’assillo, alla persecuzione di ogni atto con il quale si impone unilateralmente una relazione non gradita e non voluta. E questo fenomeno è molto diffuso. Con il disegno di legge appena approvato non solo si inaspriscono le sanzioni nei confronti dello stalker, ma si danno alcuni segnali delle novità che c’è nel dibattito attuale. Per esempio l’inasprimento della pena riguarda gli ascendenti, i discendenti, i coniugi legalmente separati o divorziati, ovvero tutti coloro che per esercitare una violenza sfruttano un rapporto di dipendenza psicologica nei confronti della vittima.
Questa legge regionale disciplina le competenze della Regione Marche. Tali competenze sono quelle di prevenire e sostenere le vittime, anche con un’adeguata campagna di informazione e di azioni concrete, sia in termini psicologici che in termini materiali. Questo viene fatto attraverso la promozione e il supporto dei centri antiviolenza, attraverso il sostegno alle case di accoglienza e soprattutto attraverso la predisposizione di appositi protocolli d’intesa che possano mettere in rete tutti gli attori istituzionali e sociali coinvolti nel nostro tessuto socio-economico e istituzionale.
L’obiettivo della legge è triplice. Il primo è quello di abbattere il muro di omertà che alimenta il fenomeno, il secondo di mettere a disposizione azioni concrete che diano una risposta sostanziale al bisogno di sicurezza e di autonomia della donna, il terzo di realizzare un linguaggio e quindi una formazione comune tra tutti gli attori che operano nel mondo del sociale e della sanità.

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